‘Ascoltate la mia voce e fate tutto quello che vi comanderò, voi sarete mio popolo e io sarò vostro Dio, affinché io possa mantenere il giuramento che feci ai vostri padri, di dar loro un paese dove scorre il latte e il miele’, come oggi si vede”». (Geremia 11:4-5)
Ognuno di noi, dal momento che accetta Gesù come suo personale salvatore, si impegna ad essere con Cristo ovunque si trovi ed a vivere per Cristo. Questo ci spinge a superare quel senso di vuoto interiore che spesso cerchiamo di accettare forzatamente nella nostra vita.
Gesù, da quel momento, sconvolge continuamente le nostre aspettative e dona pace ai nostri cuori sofferenti, sussurrandoci, come al ladrone sulla croce: “Oggi stesso, sarai con me in Paradiso!”, garantendoci così, l’attesa certa di unirsi a Lui un giorno, mentre nel frattempo, gustiamo già i benefici di questo miracolo meraviglioso nella nostra vita. Così, la nostra fede, ormai dimostrata, riafferma in noi il valore fondamentale della vita, riassumibile nell’affermazione “Tutto è Cristo per me”.
Ricevendo il dono di Dio, non possiamo non provare gratitudine e gioia nonostante le nostre povertà spirituali. Ciò ci porta però, spesso a porci una domanda:
Chi siamo noi che riceviamo questi doni meravigliosi da Dio?
Siamo persone che soprattutto sentono viva la propria fede in Cristo, e che hanno scelto di vivere la propria vita da cristiani secondo lo Spirito, e ciò implica soprattutto lasciarsi guidare da Dio, ricevendo conforto e supporto dalla presenza di Gesù, in ogni situazione.
Riscoprire il senso di questa fede ci spinge a mostrare una benevolenza equilibrata verso tutti i sofferenti, sia cristiani che non, poiché abbiamo compreso che dobbiamo concedere gratuitamente agli altri ciò che abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio. Siamo chiamati a diffondere il Vangelo con amore, e gioiamo nel poter chiarire le Scritture per donare agli altri il senso pieno della vita che ci è stato donato.
Anche nel nostro lavoro quotidiano, ci sforziamo di agire per la gloria di Dio e per il bene degli altri, dimostrando armonia e rispetto verso i nostri colleghi, aiutandoci reciprocamente e superando le sfide che pesano sul lavoro. In ogni rapporto di lavoro, cerchiamo di essere autentici davanti alla nostra coscienza e soprattutto davanti al Signore, rispettando la dignità di coloro con cui lavoriamo e favorendo il dialogo anche nei momenti di stanchezza e insoddisfazione.
L’ascolto e l’amore sono fondamentali per vivere la nostra fede nel lavoro e per nutrire la pienezza della nostra comunione con gli altri.
L’unione, è richiesta da Gesù come segno di autenticità del nostro messaggio.
La nostra vita come cristiani è guidata dalla consapevolezza che siamo chiamati ad essere testimoni della redenzione e della speranza che abbiamo in Cristo. Attraverso le nostre azioni quotidiane, cerchiamo di incarnare i valori dell’amore, della compassione e della giustizia che sono insegnati nel Vangelo. In un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti, come cristiani ci sforziamo di essere agenti di pace e riconciliazione, cercando di risolvere le controversie con umiltà e gentilezza.
Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». (Giacomo 2:18)
Quello che mi preoccupa è che molte persone, osservando il nostro comportamento, cercano una dimostrazione della nostra fede, sia nelle nostre parole, che nelle nostre azioni, ed a volte mi chiedo: perché alcuni cristiani si vergognano di dichiarare la propria fede, mentre persone di altre religioni o atei lo fanno senza problemi?
Ci troviamo spesso in difficoltà quando parliamo di Gesù con gli altri e questo mi turba.
La nostra fede ci spinge a cercare una crescita spirituale per trasformarci interiormente, e siamo pienamente consapevoli di essere in un percorso verso una vita più vicina a Dio.
La preghiera è di fondamentale importanza nella vita del cristiano. È attraverso la preghiera che instauriamo una relazione intima con Dio, dalla quale traiamo forza, consolazione e discernimento. La preghiera costante e fervente ci aiuta a mantenere viva la fede, a confidare in Dio nei momenti difficili e a lodarlo nei momenti di gioia. Come cristiani, ci impegniamo a coltivare una vita di preghiera fervente, sia da soli che insieme ad altri, poiché è il fondamento della nostra vita spirituale.
E, avendoli chiamati, imposero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù. (Atti 4:18)
Questo versetto nel libro degli Atti (nella Bibbia), ci fa pensare proprio alla domanda che mi sono posto prima. Questo modo di fare indica un comportamento negativo, al contrario di quello che Dio ci comanda, vedi la missione affidata ai discepoli.
E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. (Marco 16:15)
Di recente, parlando con altri credenti, si discuteva che negli uffici di lavoro, certe persone pur sapendo che professiamo la nostra fede, spesso di proposito infieriscono e offendono Dio con la bestemmia per cercare di provocarci, e questo ovviamente ci ferisce molto.
Forse è per questo che parecchi credenti hanno timore di testimoniare dell’Evangelo?
In realtà, noi non dobbiamo avere paura di tutto questo. Siamo semplicemente chiamati ad essere noi stessi ovunque, a lavoro, a casa o nelle piazze, ad essere ripieni dello spirito di Dio, e ad essere liberi nell’annunciare l’Evangelo ovunque, e non solo nella Chiesa. Questo sì che ci rende sereni, ci rende «diversi» dagli altri e più forti in Cristo, allora si che magari cominceranno a rispettarci, ma ricordiamoci però, che a noi ci è stato solo chiesto di proclamare l’evangelo e di parlare di Cristo a tutti, a salvare e cambiare le anime ci pensa il Signore stesso attraverso l’opera dello Spirito Santo.
Oggi, dichiararsi cristiani vuol dire essere semplicemente fedeli alla chiamata del Signore.
Questo basta per sentirsi libero di pronunciare, questa è la mia fede senza timore.
Il versetto degli Atti 18:10 ci incoraggia che dobbiamo testimoniare senza paura:
perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città». (Atti 18:10)
In definitiva, la vita cristiana è un viaggio di continua trasformazione e impegno, guidato dall’amore di Cristo e dalla consapevolezza della sua presenza costante nelle nostre vite. In ogni sfaccettatura della nostra esistenza, cerchiamo di onorare Dio e di essere testimoni del suo amore e della sua verità, sapendo che solo in Lui troviamo la pienezza e il significato della vita.
Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri. (Giovanni 13:35).
La nostra missione è di ascoltare coloro che hanno incontrato difficoltà nella vita e di condurli al Signore, dove possano udire la voce di Dio. È un impegno che ci anima profondamente, poiché crediamo nella capacità di conforto e guarigione che può derivare dall’ascolto e dalla presenza del divino. In questo cammino, ci proponiamo di essere un sostegno compassionevole e orientato alla fede, offrendo un luogo sicuro in cui le persone possano esprimere le proprie sfide e cercare rifugio nella spiritualità. Siamo grati per l’opportunità di svolgere questo importante compito e di essere di conforto a coloro che cercano il sostegno del Signore.
…quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi, e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. (1° Giovanni 1:3)
Dunque, ogni anima, che si avvicini a Cristo, sia sempre desideroso nella fede e si accosti senza timori, perché nel Signore è la gioia con gran pace per tutti noi. Chiunque può sentire l’amore di Dio, perché il dono di Dio è amore scolpito nei nostri cuori. Bisogna avere molta bontà dell’ascoltare il prossimo per vivere nell’amore, se vogliamo imparare ad essere sostenuti dalla parola di Dio.
Se non sai ascoltare il prossimo, difficilmente sentirai la voce di Dio.
Dio vi benedica.