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LA SOLUZIONE DEL CREDENTE

“… Aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza, alla pazienza la pietà; alla pietà l’affetto fraterno; all’affetto fraterno l’amore.” (2° Pietro 1:5-7)

Le parole che leggiamo nei versetti assomigliano molto ad una soluzione per il credente, in esse ci sono dei fondamenti indispensabili per forgiare un perfetto cristiano. Vanno tutti disciplinati con cura e devono essere tutti presenti.

Il primo elemento che non può mancare è la fede. Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano (Ebrei 11:6), è specificato nella Bibbia. Perciò, questo è il primo e insostituibile elemento.

Uniamo ad essa la virtù. La virtù indica un’autorità, che rende buono e perfetto l’uomo e le sue attività. Agire con virtù significa attivarsi per il bene, in modo istruito e continuo. La fede e la virtù vanno mescolate con la conoscenza. La conoscenza può essere rapportata ad una borsa che, man mano si riempie. Per fare ciò, è indispensabile mettersi in condotta, per reperire i beni che la riempiranno. La conoscenza litiga con la pigrizia.

Aggiungiamo quindi la continenza o autocontrollo, che dir si voglia. Un uomo che possiede questa qualità è un uomo che usa controllo nel suo fare, che contiene i suoi impulsi e i suoi slanci, che non oltrepassa i suoi istinti.

La fede, la virtù, la conoscenza e la continenza da sole non bastano per portare a termine la nostra soluzione, ma dobbiamo ancora introdurre la pazienza. Questo è l’elemento che amalgama gli altri. In realtà, la pazienza riesce a compattare bene i primi quattro. La fede è fatta di pazienti intervalli, la virtù fa agire con pazienza. Per far ingrandire la conoscenza occorre pazienza e costanza e per usufruire la continenza ci vuole una forte dose di pazienza.

A questo punto uniamo la pietà, cioè la tenerezza, la compassione verso gli infelici e gli sfortunati. Occorre un cuore buono per interpretare il più grande bisogno dell’uomo: la salvezza. Attraverso gli occhi della bontà siamo spinti ad annunciare l’Evangelo.

Non possono, alla fine, mancare l’affetto fraterno e l’amore. Il primo è l’affetto rivolto principalmente ai nostri fratelli in Cristo, membra del nostro stesso corpo; il secondo è il sentimento che viene esteso a tutti senza distinzioni o pregiudizi. L’amore fa muovere il mondo e spinge i cuori al ravvedimento. Una soluzione così non potrà mai far fallire nessun cristiano! L’importante però è applicarla nella sua totalità. Quanti motivi hai di questa soluzione? Non farli mai mancare nessuno!

Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. (2° Pietro 1:10)

Fonti

Tratto da “Parole di vita 2016”

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