La regalità del Servo

“…si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell’acqua nella bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli…”(Giovanni 13:4-5)

Ai loro occhi questo gesto inconsueto era una bassezza, un’umiliazione, ancora più inconcepibile se poi si pensa che tra i dodici c’era anche colui che venderà successivamente la Sua vita per 30 denari.

Quello che quel Re stava per fare avrebbe smontato ancora una volta, ogni ragione, ogni realtà, ogni convinzione. Un Re che si umilia, un Re che si sottomette, un Re che si prodiga non rispecchia affatto la visione che si ha dei re che la storia ha visto passare tra le sue righe. Re che amano essere serviti, re che si cibano della gloria degli uomini e che amano dominare. Uomini con cuori accecati da orgoglio e superbia, cecità che ha distrutto e distrugge tutt’ora il “senso” della vita. Il Suo invece fu un atto di rispetto, di uguaglianza, di fedeltà, non più dei discepoli verso il loro Maestro, ma del Maestro verso i suoi discepoli.

Fu una dimostrazione esemplare di quello che è un grande leader, che prima di dire cosa fare, lo mostra affinché quell’atto non resti soltanto testimonianza visibile del Suo insegnamento, ma un’azione potente che sarebbe cresciuta nel loro cuore, fino a giungere a quella verità che li renderà liberi da ogni dominio e da ogni schiavitù, e che diventerà uno dei fondamenti più importanti per la stabilità del Suo Regno: l’umiltà!

Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15 Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate. (Giovanni 13:12-17)

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